Si realizza un sogno e si realizza persino prima del previsto. Elisa ha solo sedici anni ma nel maggio 2022 riceve la chiamata del Commissario Tecnico della Nazionale Femminile Fabrizio Bellia e le viene offerta la possibilità di rappresentare l’Italia alle Olimpiadi che si svolgeranno in India a cavallo tra luglio e agosto. Un’esperienza incredibile e un vero e proprio onore per la giovane tre volte campionessa italiana giovanile. Onore e gratificazione che indirettamente coinvolgono anche chi ha contribuito alla sua crescita, in primo luogo la famiglia e la mamma Lucia, certamente le varie associazioni, dal circolo Excelsior al Comitato Regionale, alla stessa Federazione ma è, il caso di dirlo, soprattutto la sua scuola e chi come me ha avuto la fortuna di esserle insegnante dagli esordi fino ai giorni nostri. Una grandissima soddisfazione che ho maturato tra alti e bassi, vittorie e momenti difficili, una piccola grande avventura che negli ultimi due anni ho potuto condividere con il Grande Maestro polacco Oskar Wieczorek stabilendo così nel presente un ben coordinato lavoro a quattro mani.
E’ naturalmente sottinteso che il primo grande merito è della protagonista in persona, soprattutto se si considera il suo carattere estremamente determinato e l’abnegazione che mai le è mancata in tutti questi anni. Una vera e propria tigre insomma, come amo definire i miei studenti quando imparano a non proporre patta, ma a lottare in ogni finale alla morte. Mai come in questa occasione avrà dovuto certamente lottare contro la paura, una responsabilità immensa e gli occhi di tutti gli appassionati italiani su di lei. Impensabile ricordando quei giorni a Tarvisio quando la fanciulla di appena otto anni aveva pochi punti di riferimento pressoché spaurita e su di lei incombevano forchette ed infilate da ogni parte della scacchiera… Eppure nonostante tutti i progressi il fato ha voluto che dopo due vittorie piuttosto brillanti contro le relative rappresentanti di Suriname e Bangladesh Elisa si ritrovasse ad un passo da un ben più prestigioso successo contro quella della Danimarca in una posizione completamente vinta ma con quel classico scalino malfunzionante da saltare.. proprio una delle sviste dietro l’angolo a lei tanto fatali nei primi anni, un doppio di Cavallo, teoricamente inammissibile in una competizione di quella importanza e con la responsabilità nei confronti della squadra per un risultato assai determinante per tutti, inclusi naturalmente ct e compagne. L’epilogo è infelice, su twitch Maria de Rosa e Alessio Valsecchi pensano ci sia un errore di trasmissione non cogliendo l’errore fatale non visibile online ma appena commesso da Elisa e non comprendendo il risultato che ne segue in una posizione che lasciava intendere l’opposto. Sui social si scatenano le tipiche aggressioni all’italiana, su come un errore di questo genere sia proprio di una ragazza di quell’età e a poco serve far notare che nella medesima Olimpiade in una delle partite tra le big dell’assoluto, Kazakistan e Azerbaijan, se ne commetterà uno della stessa natura pochi turni dopo. In ogni caso Elisa deve rialzarsi e mettere da parte lo spavento e, va riconosciuto, ci riesce benissimo. Oskar: “Se c’è una prerogativa che bisogna riconoscere in Elisa è la sua capacità di rimettersi in piedi anche nei momenti più difficili. Quasi come se nulla fosse accaduto.” Memoria a breve termine insomma. Elisa realizza altre due belle prestazioni con vittorie contro Portogallo e Malesia, perderà invece con quelle estremamente forti di Spagna e Ungheria in quest’ultimo caso confrontandosi con Gaal Zsoka quella che potrebbe divenire davvero la nuova Judit Polgar, due anni meno di Elisa ma già con un elo superiore ai 2300 punti e campionessa del mondo in carica nella sua categoria. Arriva un’altra sconfitta ma anche un’immensa esperienza in una battaglia assai combattuta e rimasta a lungo in bilico. Si perde, ma gli attimi per far girare la ruota sarebbero potuti essere colti anche lì.
La fortuna comunque esiste anche a scacchi occorre dirlo, momenti, situazioni coincidenze. Si può indovinare l’apertura giusta o inversamente, centrare quel finale complesso che si è appena studiato nello stage di preparazione ai nazionali. Rimango basito nel vedere che sia Leko che Svidler non conoscono la posizione di Guretzky che si è effettivamente verificata nell’incontro tra Praggnanandhaa e Sindarov penultimo turno, primo tavolo e incontro decisivo per tutta l’Olimpiade, partita che l’indiano porterà in porto non dopo estenuanti tentativi, e non posso fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato favorevole se la sorte avesse assegnato la medesima posizione ad una partita di Elisa. La conclusione è che affinché si possa dare un giudizio obbiettivo bisogna guardare al di là di ogni singola mossa sia essa sorprendente o marchiana. I conti si fanno alla fine di tutto e quando statisticamente non ci si può più appigliare ai singoli casi. Complessivamente dunque si può dire che al di là dell’esperienza che rimarrà come valore imprescindibile, è stato anche un risultato certamente positivo con quattro vittorie su sette partite e una performance prossima ai 2000 punti elo. Un bel contributo per l’Italia femminile giunta alla fine ventinovesima ma anche e molto di più per l’immagine che l’Italia stessa ha dato in termini di prospettive, capace di puntare su nuove promesse e di seguito far sognare le prossime giovani appassionate.
Per la mia scuola un fantastico esempio per le altre studentesse, soprattutto le più piccole… che già coltivano un mito da imitare.
Ludwig Rettore